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nRUDOLF STEINER E L'ANTROPOSOFIA

Sabato 10 marzo 2012 presso la sede dell’Associazione si è tenuto un incontro culturale avente come tema: Rudolf Steiner e l’Antroposofia. Ha relazionato la professoressa Anna Romano, saggista ed esperta in campo filosofico.

Oggi purtroppo, ha spiegato la professoressa Romano, la società in cui viviamo è tendenzialmente materialista, la scienza ha fatto numerose e valide scoperte ed ha migliorato la qualità della vita, ma ha privato l’uomo di un elemento essenziale: la sua spiritualità.

L’uomo infatti si accorge ad un certo punto che gli ideali verso cui porta il materialismo - agiatezza, denaro, successo - non gli sono più sufficienti e lasciano l’anima vuota e inaridita.

Esiste però una possibilità di unire scienza e spirito mediante un approccio di “vita interiore”, fondato sul rigore di pensiero proprio della scienza moderna, ma rivolto allo studio dell’anima e dello spirito. E’ questo il pensiero di Rudolf Steiner e della scienza da lui fondata, l’antroposofia o scienza dello spirito. Essa si propone di condurre lo spirituale che è nell’uomo allo spirituale che è nell’universo e sorge come una necessità del cuore, della vita, del sentimento, per soddisfare il bisogno interiore dell’uomo. È possibile, dice Steiner, giungere a comprendere le profonde connessioni tra spirito e materia, che in fondo sono due aspetti dell’unica verità.
Steiner, nato nel 1861 in una cittadina al confine tra Austria e Slovenia, allora impero austro-ungarico, si laureò in chimica al politecnico di Vienna dove studiò anche matematica, fisica e filosofia. Fu un instancabile conferenziere (tenne più di seimila incontri in svariate città europee) e scrisse alcuni libri per esporre il suo pensiero in forma compiuta.

Egli era un veggente e poteva sperimentare direttamente quella realtà immateriale che sta dietro il visibile e il concreto, ma riteneva che chi non aveva le sue facoltà, se si fosse impegnato a leggere e capire l’antroposofia, avrebbe portato avanti un percorso evolutivo e grazie alla logicità, coerenza, organicità della dottrina antroposofica, cioè alla sua “scientificità”, non avrebbe potuto fare a meno di condividerne i contenuti. Così come non è necessario essere gli autori del teorema di Pitagora per capirne la validità.

Per chi poi desiderasse arrivare a percepire per conto proprio il mondo spirituale, Steiner sosteneva che abbiamo tutti in forma embrionale i sensi adatti e che potremmo svilupparli grazie ad una disciplina meditativa che potenzi le qualità morali ed intellettuali dell’Io, infatti lo scopo di ogni essere umano è quello di recuperare, se non in questa vita almeno nelle prossime, la visione del mondo spirituale, così come l’umanità tutta l’aveva avuta in un remoto passato.

Questa visione è andata perduta secondo un piano provvidenziale, affinché un rapporto più stretto con il concreto potesse far sorgere la scienza moderna e l’attuale civiltà.

La fede di Steiner nella reincarnazione ricalca le orme di grandi pensatori del passato, come Pitagora e Platone, ma trova conforto nel pensiero di grandi più vicini a noi come Goethe, Tolstoj, Nietzsche e Thomas Mann.

Questa certezza tuttavia non impedisce a Steiner di considerare la venuta di Cristo sulla terra e il Suo sacrificio sulla croce come l’evento cardine di tutta la storia umana, passata e avvenire, e di vedere il Cristianesimo, che deve essere compreso in maniera sempre più profonda e consapevole, come la forza capace di affratellare tutta l’umanità.